lunedì 7 novembre 2011

Rivelazioni


Rivelazione

Silenzio.
Primo squillo.
Silenzio.
Secondo squillo.
Poi un terzo, un quarto, un quinto, un sesto, e infine, quando ormai l’umanità, terrorizzata, afflitta, in preda ad un’angoscia sempre più disarmante, ormai conscia di ciò che stava accadendo, risuonò il settimo squillo.
Avvenne velocemente. Nessuna pausa, nessun interludio.
Il sole ebbe un compagno nuovo, forse una compagna. Un sole alieno, piccolo. Qualcuno disse il sole del paradiso, qualcuno della Gerusalemme Celeste, qualcun altro il sorriso di Dio; tutti però, ci videro l’occhio che tutto vede. Dal mare si levò una bestia mai vista. Aveva il corpo di nano e la testa di donna. Dalla bocca vomitava ricchezze e la sua voce era follia; le mani erano rosse, gli occhi neri come la notte. I capelli erano nebbia e ciò che toccava appassiva. Il cielo si fece grigio e il vento cadde all’improvviso. Poi venne la notte e le stelle si spensero. Ci fu in suono. Il suono di una lacerazione, di uno strappo. Il cielo si squarciò e, tra lingue di fuoco, apparvero i volti degli angeli. Cherubini dal volto rosso brandivano spade fiammeggianti falciando l’aria e ogni fendente inceneriva migliaia di alberi. Serafini dai volti splendenti come mille soli ardevano ogni creatura al loro passaggio. Arcangeli rivestiti di ferro e armati di lance guidavano legioni di angeli. Li seguiva colui che venne come agnello e che ora tornava come leone.
Dai quattro punti cardinali echeggiò lo scalpitio di quattro cavalli, montati da quattro cavalieri terribili nel volto, più terribili nel compito. Le tombe si scoperchiarono e i defunti tornarono in vita affamati. I cancelli degli inferi furono spalancati. Una bestia immonda ne uscì portandosi dietro tutto l’inferno. Orde infinite di dannati e miriadi di demoni orribili nelle fattezze camminarono sulla terra.
Il giudizio finale, dei vivi e dei morti, era cominciato.


©Andrea Comazzi Prando, 2011

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