mercoledì 23 gennaio 2013

Guerra, pace separata


Posto qui l'incipit di una short story inedita in Italia. Apparsa sul magazine New Globe del 2012 in lingua inglese.
Ogni riproduzione è vietata.
© Andrea C. Prando 2012

   Non era deluso perché il racconto era stato rifiutato. Era deluso perché tutti gli autori che collaboravano con la rivista lo avevano saputo.
      Il racconto di per sé non era buono. Lo scrisse in pochi minuti, attenendosi alle regole imposte dalla rivista: 300 parole massimo; non più di 30 righe editoriali. L’argomento era la tua visione della guerra.
      Non perse tempo ad inventare nulla. Descrisse lo sbarco in Normandia così come glielo aveva racconto lo zio di suo padre. Ci mise sangue, morti, dolore e urla; ci mise anche disperazione, accettazione e follia. Ci mise molta paura. Tutti ne avevano, anche lo zio. Ricordava le sue parole precise: “Sul mezzo da sbarco, benché l’aria circolasse benissimo, potevi sentire due odori ben distinti. Uno era sudore, l’altra era puzzo di merda. Io mi cagai nei pantaloni appena vedemmo la file di Bunker sulla spiaggia e i primi corpi maciullati dai grossi calibri delle mitragliatrici tedesche galleggiare sull’acqua.” 
      Lui sulla guerra invece pensava solo una cosa: benché meschina, umiliante, tragica, era un errore; un errore necessario che si ripeteva continuamente nella storia. Lesse una volta che la guerra era da considerarsi come una grande scopa che spazzava via lo sporco ogni qualche generazione. Non sapeva se fosse vero e nemmeno ci credeva sino in fondo. Sapeva però che la guerra spesso era inevitabile. Tu potevi anche farti gli affari tuoi, purtroppo però, erano gli altri a non farsi gli affari propri. Allori ti armavi e combattevi. Qualcuno per la Patria, altri per Dio. Lui sapeva che se avesse dovuto combattere avrebbe combattuto per sé stesso. Non era egoismo, era la semplice constatazione di un’ovvietà. Combattere per gli altri non era altruismo, era semplicemente una forma di conservazione delle cose care: si combatteva per conservarle, per non soffrire facendosele portare via. In fondo combattevi per te stesso, e alla fine, quando eri stanco, anche tu fermavi e firmavi una pace separata, come aveva già fatto molto tempo prima Frederic Henry. 

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