
È un bel libricino. Luis Sepúlveda scrive bene, e lo sa. Sa anche dove andare a parare: vuole un'atmosfera antieroica, dove l'antieroe appunto, tende ad annullarsi. Purtroppo in questo volume, il buon Luis, assume uno stampo “californiano”, o meglio, hollywoodiano.
Il protagonista del libro assomiglia al prodotto dell’accoppiamento tra uno Schwarzenegger e uno Stallone; non c’è poco pensiero in lui, e quando c'è, è un pensiero che deve sottostare all'istinto primitivo. A Teminator e a Rocky dobbiamo, ahinoi, aggiungere anche un Brad Pitt. È quello che l’autore ci fa capire nella scena in Francia, dove l’antieroe della storia incontra la bella francesina.
“Hey, pupa! Saliamo in camera!”
È comunque una piacevole lettura, senza pretesa di insegnare nulla. Poche paginette che si bevono in un pomeriggio. Magari in riva al mare, poco prima del tramonto, con una bella birra ghiacciata in mano (Guiness, mi raccomando!) e vostra moglie (o vostro marito) seduto accanto a voi.
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