lunedì 25 ottobre 2010

Le Filippiche di Marco Tullio Cicerone


Bellissimo!
La seconda filippica è un’opera d’arte. Questo libro ci mostra tre cose in modo impareggiabile: 1) il genio retorico di Cicerone 2) la sua infinita ingenuità - si fa usare da Ottaviano, e sottovaluta troppo la pericolosità di Marc’Antonio, confidando, oltremisura, nello scudo del nome di Cicerone  3) la spietatezza e l’ambiguità della Roma tardo repubblicana.  L’autore ci regala uno spaccato dell’Urbe, dei suoi attori principali, delle sue lotte intestine; ci muove a compassione - con senno di poi, sapendo la fine a cui di lì a poco sarebbe andato incontro. Esplora le dinamiche della più grande rivoluzione politica prima dell’89 francese.
Il merito di Cicerone è aver infuso tutto se stesso in una lotta impari, senza tentennare mai, e averci fatto dono di una testimonianza diretta, di un posto in platea privilegiato, nella tragedia che andava montando.

Nessun commento:

Posta un commento